Il libro in questione si chiama L’arte dell’inganno, in inglese The Art of Deception, ed è il primo dei due libri scritti dal celebre Kevin D. Mitnick.
Del secondo libro ho già avuto modo di raccontare in passato, nel caso ve lo foste perso vi raccomando la lettura della recensione de l’arte dell’intrusione… vale la pena!
Sono sempre stato diffidente dei sequel eppure, questa volta, mi sono trovato davanti ad un caso che dopo a Blade II e a Windows 98 Second Edition sembrerebbe un palese esempio di “il secondo è meglio del primo”!
Decisamente diversa la mia personale esperienza con il primo libro, l’arte dell’inganno, dove Mitnick raccoglie alcune storie di hacking legate in special modo all’ingegneria sociale, l’arte di “manipolare” uno o più individui al fine di raccogliere una serie di informazioni utili (in questo caso) a sferrare un attacco informatico.
A differenza del primo, del quale continuo ad avere un bel ricordo, l’arte dell’inganno si presenta come una raccolta disordinata di idee, raggruppati sotto capitoli apparentemente per una pura ragione editoriale. Le storie si miscelano creando parecchia confusione e spesso è difficile capire quando è Mitnick a narrare per esperienza o qualcun altro a raccontare.
La qualità stessa delle storie è molto più scadente del secondo libro, quasi come a voler inserire tutto per forza con la conseguenza di un qualcosa difficilmente leggibile, disordinato e per certi versi anche noioso.
Come avrete capito, questa è la prima lettura tra quelle che ho recensito fino ad oggi della quale non mi sento di consigliare l’acquisto. Se proprio non sapete resistere alla tentazione di leggere qualche storia interessante sull’argomento, torno a consigliarvi l’acquisto di L’arte dell’intrusione dove, tra l’altro, un intero capitolo è stato dedicato proprio al social engineering.